L’origine di Positano è circondata da storie diverse, alcuni credono che a fondarla sia stato Poseidone, dio greco del mare, in onore di Pasitea, sua amata, altri la attribuiscono ai Fenici.
Anche i Romani giunsero qui e costruirono nei pressi della Spiaggia Grande una ricca villa patrizia, ora sepolta dai giardini e dalla Chiesa dell'Assunta.
L'imperatore Tiberio si trasferì a Capri perchè a Roma era odiato e non si fidava di nessuno, aveva paura che tutti volessero avvelenarlo, non voleva pane fatto con la farina del posto ma la prendeva da un mulino a Positano, mulino che è tutt'ora in piedi.
Con la caduta dell'Impero Romano, Positano entrò a far parte della Repubblica di Amalfi, prima Repubblica marinara, ed attraversò un periodo floridissimo grazie al commercio marittimo con gli altri paesi del Mediterraneo.
Verso il '700 Positano conobbe un periodo di ricchezza, testimoniato dalla presenza di molte ville barocche edificate lungo il versante orientale che ancor oggi si vedono arroccate sul monte, con i loro terrazzini protesi sul mare.
Dopo la prima guerra mondiale, nella quale Positano pagò un altissimo tributo di sangue, questo paese, nel quale già si rifugiavano grandi artisti come Vincenzo Caprile, divenne asilo per altrettanti artisti e letterati internazionali che la elessero a loro dimora godendo della bellezza e tranquillità di questi luoghi. Tra i tanti ricordiamo Seminov, Zagarouiko, Essad Bey, Clavel, Escher, Massine, Kovaliska, Ghillausen ed altri che con le loro opere fecero conoscere questo angolo di paradiso al mondo intero.
Sul mare a tre miglia di distanza dalla costa si ergono "Li Galli" o "Sirenuse" piccolo arcipelago, composto da tre isolotti ; il Gallo lungo, la Rotonda e il Castelluccio, ritenute, da sempre, mitica dimora delle ammalianti Sirene e divenute in questi ultimi tempi rifugio degli artisti Massine e Nurejev.
La tradizione dell’origine del nome della frazione di Montepertuso viene attribuita ad una particolare e famosa leggenda. Nel VI secolo d.C. il paese era una selva dove gli abitanti vivevano nei monti cibandosi di selvaggina.
Una notte vennero assordati da un forte boato. Si svegliarono precipitosamente e, guardando verso il monte Gambera, assistettero ad uno spettacolo magnifico e potente. Un’abbagliante luce bianca, con al centro un’immagine, si stagliò nitida sulle pendici del rilievo, e avvolse per prima una bimba di pochi anni. Dalla luce venne poi una voce soprannaturale che, rivolgendosi alla bimba, pronunciò queste soavi parole: “Non aver più paura, il demonio è stato maledetto ed i suoi sforzi contro questo monte sono finiti, perché lo spirito maligno è stato distrutto”.
Il luogo era stato quindi, secondo la leggenda, teatro dell’eterna lotta tra Bene e Male, personificati dalla Madonna e da Lucifero, quest’ultimo nelle forma di Serpente. Quella notte il Bene aveva avuto la meglio sul Male, ed il Serpente era stato vinto dalla Vergine Maria.
Nella roccia del monte è visibile la sagoma del serpente maledetto, così come affascinante risulta essere il buco nella montagna (da qui appunto deriva il toponimo Montepertuso), di cui sempre la leggenda attribuisce l’origine al dito indice della Vergine, che avrebbe voluto lasciare un segno eterno della sua presenza.
Oggi, su questa collina , si erge il tempio di S.Maria delle Grazie.
Montepertuso ha condiviso i fasti e la decadenza del regno di Federico II.
Montepertuso domina Positano (a 3 Km di distanza) dall’alto e si erge ai piedi dei Monti Lattari, passeggiando lungo le stradine si può godere di un suggestivo panorama.
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